Non ci sono spettacoli legati a questo evento.

Krisi
Krisi
Teatro

60 min

Lingua: Italiano

Con: Michele Cremaschi

E’ notte. Nel centro di una brulla radura tra alberi bruciati, una bara aperta rivela il corpo del Grande Puffo, morto con un coltello conficcato nel cuore. La sua avidità, la sua arroganza, ha fatto sì che i puffi-cittadini si risvegliassero dal loro torpore. Hanno innalzato l’arma e, al tempo stesso, il loro livello di partecipazione. La dittatura è evaporata assieme al dittatore. Come fare ora per governare il villaggio, per governarsi? “Krisi” racconta di un processo di levitazione sociale dal punto di vista politico. Di quei cittadini timotici che leggono il misterioso verbo “emanare” come “un invito ad uscire dalle proprie quattro mura per esprimere ciò che vuole, ciò che sa e ciò che teme.” Coloro la cui ira, quando “svolge bene il suo lavoro”, fa sorgere “nuove architetture della partecipazione politica”. Quei cittadini che ostinatamente la pensano alla stregua di un antico proverbio africano: “Se fai qualcosa per me, senza di me, la fai contro di me”. E che allora pretendono ascolto e condivisione. Al tempo degli antichi Greci l'obiettivo di tale tensione verso l’alto era la saggezza; oggi che tale parola sembra desueta non perde il suo mordente la stessa pericolosa pratica della partecipazione civica.

60 min

Lingua: Italiano

Con: Michele Cremaschi

E’ notte. Nel centro di una brulla radura tra alberi bruciati, una bara aperta rivela il corpo del Grande Puffo, morto con un coltello conficcato nel cuore. La sua avidità, la sua arroganza, ha fatto sì che i puffi-cittadini si risvegliassero dal loro torpore. Hanno innalzato l’arma e, al tempo stesso, il loro livello di partecipazione. La dittatura è evaporata assieme al dittatore. Come fare ora per governare il villaggio, per governarsi? “Krisi” racconta di un processo di levitazione sociale dal punto di vista politico. Di quei cittadini timotici che leggono il misterioso verbo “emanare” come “un invito ad uscire dalle proprie quattro mura per esprimere ciò che vuole, ciò che sa e ciò che teme.” Coloro la cui ira, quando “svolge bene il suo lavoro”, fa sorgere “nuove architetture della partecipazione politica”. Quei cittadini che ostinatamente la pensano alla stregua di un antico proverbio africano: “Se fai qualcosa per me, senza di me, la fai contro di me”. E che allora pretendono ascolto e condivisione. Al tempo degli antichi Greci l'obiettivo di tale tensione verso l’alto era la saggezza; oggi che tale parola sembra desueta non perde il suo mordente la stessa pericolosa pratica della partecipazione civica.
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